Nelson Gentili è il presidente di Slow Food Piceno, che da sempre tutela, valorizza e diffonde la biodiversità alimentare, promuovendo un modello di agricoltura basato sul rispetto del territorio e della cultura locale.

La Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus è stata fondata da Slow Food Internazionale e da Slow Food Italia ed è attiva in oltre 100 Paesi; coinvolge con i suoi progetti migliaia di piccoli produttori, garantendo loro assistenza tecnica, formazione, comunicazione e coordina, promuovendoli, i suoi progetti in tutto il mondo: Presìdi – dalle mele rosa dei Monti Sibillini e quelli, in arrivo, dell’anice verde di Castignano e del marroncino dell’Ascensione Arca del Gusto, Orti in Africa, Alleanza Slow Food dei cuochi e Mercati della Terra.

Da cosa è nata la sua attenzione alla biodiversità?

Nel mio caso, oltre alla preparazione universitaria che mi ha permesso di apprendere le basi scientifiche, la realtà territoriale dei Sibillini, dove presto dal 1991 il mio servizio, con un Parco Nazionale e 7 aree protette a livello comunitario (Aree Natura 2000), in generale è nata da questo ambiente ricchissimo di biodiversità che mi ha permesso di sviluppare una particolare sensibilità e preparazione per l’argomento; in particolare l’esperienza diretta acquisita dopo tanti anni di lavoro mi ha permesso di valutare in maniera oggettiva la validità delle tesi formulate a livello scientifico. Recuperando e rimettendo in coltivazione le vecchie varietà si può evitare l’uso veleni, salvaguardando, così, l’ambiente e la salute delle persone anche se spesso si preferisce acquistare prodotti commerciali nei supermercati, sia per comodità sia per i prezzi spesso inferiori. Occorre in tal caso promuovere un’azione volta alla sensibilizzazione del consumatore al fine di far preferire il prodotto biologico e tradizionale rispetto a quello commerciale-industriale.

Cosa possiamo fare per contribuire alla sua salvaguardia?

In realtà in un ambiente come quello dei Sibillini non è necessario un grande sforzo per ottenere risultati confortanti sotto il profilo della sua salvaguardia. In generale, anche per i territori più antropizzati, nel settore agricolo si potrebbe iniziare con l’eliminazione dei pesticidi e dei prodotti chimici e sviluppare degli studi nel settore dei microorganismi utili per contrastare in maniera naturale le patologie vegetali ed animali e tornare a forme di consociazione colturali per eliminare le erbe infestanti.

Quale, fra i comuni marchigiani, è quello più meritevole in questo senso?

Fra quelli più meritevoli citerei il comune di Folignano se pensiamo alla raccolta differenziata perché si sta impegnando a creare un circolo virtuoso di rifiuti dell’organico con un progetto in base al quale il compost derivante dall’organico viene utilizzato poi come concime negli orti. Si dovrebbe fare ovunque. Abbiamo già collaborato con il comune di Folignano alla realizzazione del progetto Slow, L’orto in condotta, durato tre anni, con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo.

A cosa si deve la riscoperta della coltivazione delle mele rosa?

Ho iniziato a lavorare sulle mele rosa dei monti Sibillini nel 1994, recuperando vecchie piante abbandonate in quel territorio. Sono stati realizzati dei campi catalogo dove prendere il materiale genetico per fare nuovi impianti e nel 2000 è stato ottenuto il riconoscimento di presidio Slow Food. Le mele rosa erano conosciute nella memoria dei nonni e ricordo che quando ero piccolo ne sentivo parlare. Per cui successivamente, anche grazie alla mia professione di Agronomo della Comunità Montana dei Sibillini (oggi Unione) a Comunanza, ho sentito la necessità di riscoprire questi ecotipi ed antiche varietà di frutta; così ho iniziato a studiare l’argomento a chiedere informazioni al riguardo agli agricoltori del territorio dei Sibillini e ho scoperto un mondo completamente dimenticato, che con un po’ di tempo abbiamo riportato in vita con le persone anch’esse dimenticate con il loro piccolo pezzetto di terra.

Quante sono queste “persone con il proprio pezzetto di terra” nel nostro territorio?

Solo nella zona dei Sibillini ve ne sono oggi una ventina, fra cui tanti giovani tra i 25 d i 30 anni impegnati nella coltivazione delle mele rosa, molti dei quali beneficiari di fondi della Comunità Europea gestiti dalle regione Marche. Oggi iniziano a produrre in maniera cospicua tanto da consegnare una parte della produzione alla Coop Adriatica, facendo così di una passione una vera e propria professione e contribuendo a rendere l’agricoltura uno dei settori con le più alte aspettative per uno sviluppo futuro.

È aumentata, negli ultimi anni, la richiesta delle mele rosa?

La richiesta del prodotto negli ultimi anni è cresciuta molto ma la domanda è sempre inferiore all’offerta. La promozione da parte di Slow Food dei prodotti sani e genuini è stato un formidabile strumento per la conoscenza e successiva richiesta degli stessi. Le manifestazioni quali il Salone del Gusto di Torino, Slow Fish a Genova e tutte le altre iniziative regionali e locali Slow hanno contribuito in maniera determinante a sostenere i produttori e le loro attività. Il prodotto è stato valorizzato grazie a campagne promozionali comunali, regionali e di tante associazioni.

Nelson Gentili, Slow Food Piceno

Nelson Gentili, presidente di Slow Food Piceno.

Sarebbe necessario aumentare la produzione?

Si perché man mano che si conosce il prodotto, che è sano, genuino e di qualità, ovviamente aumenta la clientela ma non c’è il tempo necessario per far fronte a questa crescente richiesta: bisognerebbe aumentare il numero dei produttori e la superficie impiantata a mela rosa.

Quali conseguenze ha avuto il sisma sui vostri progetti?

I produttori dell’area del cratere, in particolare quelli posti nelle vicinanze dell’epicentro e cioè dei comuni montani delle regioni Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio, hanno dovuto sospendere le loro attività. Dopo un primo tremendo sbandamento generale le cose stanno tornando alla normalità anche per il grande sostegno ricevuto a seguito di campagne di aiuto portate avanti da Slow Food e dalle Istituzioni Pubbliche quali Regione e Comuni.

Cosa state portando avanti nel merito?

Ad esempio un progetto nazionale di solidarietà a favore delle aziende colpite dal sisma con la mappatura da parte di ogni regione dei produttori da coinvolgere come protagonisti del progetto, sondando fin da ora il possibile interesse a partecipare e raccogliere idee e proposte per la comunicazione di una campagna raccolta fondi per la realizzazione del progetto finalizzato alla realizzazione di nuovi mercati della terra nell’area del cratere con i prodotti delle aziende terremotate.

Avete in programma nuovi eventi, come quello di ottobre scorso a Montedinove, per sostenere ed aiutare i territori colpiti dal terremoto?

Come Slow Food Piceno in collaborazione con il Comune di Comunanza stiamo lavorando al progetto del Mercato della Terra a cadenza mensile (ogni ultimo sabato del mese), con esposizione e vendita dei prodotti buoni, puliti e giusti del territorio colpito dal sisma. Con il Comune di Folignano stiamo collaborando ad un progetto per la realizzazione di un centro per la biodiversità compresi i prodotti tipici del territorio Piceno, con priorità per quelli del cratere, e la partecipazione ad una manifestazione da impostare sulle tematiche dell’agricoltura biologica e della sostenibilità ambientale.

Per maggiori informazioni sui presìdi Slow Food del Piceno, scrivici alla mail info@nextolife.it