«Era il dicembre 2013. Con i miei amici avevamo deciso di trascorrere il Capodanno insieme, a casa di Ettore e Filo. Ognuno dei partecipanti avrebbe preparato una pietanza. Da sempre appassionato di dolci, mi sono offerto di fare il classico pandoro farcito». A raccontarlo è Ascenzio Faiazza, architetto, designer e food designer di Pescara (PE) che ha trasposto un gioiello tradizionale in biscotto con impasto vegano.
«In un secondo momento, il pandoro farcito mi è sembrato troppo banale» prosegue l’architetto. «Così mi sono seduto alla scrivania per fare quello che solitamente faccio per iniziare un progetto. Ho pensato a un’idea e ho iniziato a disegnare il dolce che avrei realizzato: una stazione lunare». Con queste parole, ricorda il giorno in cui tutto ebbe inizio. Il dolce suscitò molta curiosità e fu un successo d’immagine e di gusto.
«Avevo acquistato diversi biscotti per realizzare la dolce stazione lunare e probabilmente risale a questo stadio l’intuizione che quel gioiello potesse diventare una neola (il dolce tipico abruzzese). Fu così che l’immagine del pendente “presentosa” che si trasformava in una ferratella mi parve davanti».
Nei giorni successivi l’architetto si mette all’opera e coinvolgendo anche i vari collaboratori che si sono avvicendati nello studio, che vuole nominare e ringraziare pubblicamente l’Arch. Michela Pirro, Arch. Valeria Verzella, Arch. Gianluca Iacovantuono, Arch. Travaglini Marianna, Arch. Francesco Ruccolo, Arch. Alessio Damiano, Arch. Anna Sangiorgi, Arch. Paolo Solimando, realizza disegni, render, modelli 3D, fotomontaggi, stampe e quant’altro, dando forma concreta a quell’idea.




Mentre si lavora alla fase di prototipizzazione, nel marzo 2014, si passa alla fase di tutela, registrando i vari modelli realizzati all‘ufficio Italiano brevetti e marchi (UIBM) presso la camera di commercio sia di Pescara che di Chieti.
Per darle un nome, è bastato aggiungere un apostrofo al nome originario, per sintetizzare quello che era accaduto. Racconta: “Ero andato oltre un limite, avevo aperto un altra porta e l’avevo attraversata”. L’ha chiamata “Present’Osa“, oggi anche marchio registrato. Il nome perfetto per un dolce Prezioso.

«Per me quel biscotto-gioiello non è solo un dolce. È un messaggero di molte più realtà. È un ambasciatore della bellezza e della meraviglia innanzitutto, della creatività e del gusto, dell’artigianalità, della tradizione e dell’innovazione» ci svela l’Architetto pasticcere.
Dopo 9 anni di scelta vegetariana, quattro anni fa diventa definitivamente vegano, per essere coerente fino in fondo nel rispetto degli animali. Da qui, la scelta di rendere etico anche il suo progetto, che si trasforma in una produzione senza uso di materie prime che derivino o che contengano sostanze di natura animale.
Da quando ha sviluppato una mentalità cruelty free, ha dovuto allineare le sue scelte coerentemente con questo principio e pertanto anche la sua professione di architetto. «La sostenibilità è un concetto imprescindibile in architettura ma lo è o dovrebbe esserlo in tutto quello che facciamo. Ci stiamo rendendo sempre più conto che apparteniamo ad un’unica famiglia globale fatta di persone e di animali, di terra e di mare, un ecosistema, non più solo nazioni, confini o interessi dei singoli popoli. Vorrei dar vita anche ad un’architettura Vegana. Il termine più adatto non l’ho trovato, ma per ora credo che possa rendere l’idea». Un valore aggiunto il suo, che rappresenta una scelta ben precisa di aderire ad un pieno concetto di etica compassionevole e sostenibile.
A conclusione dell’intervista, l’architetto spiega che: «Quando il prodotto verrà commercializzato, avrà la garanzia di un disciplinare alimentare Vegan-ok, che certifica che ogni elemento che compone il dolce è di origine vegetale, anche il packaging. Seguitemi, ne vedrete delle belle».
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