Chi l’ha detto che per vivere senza plastica dobbiamo rinunciare alle cannucce? L’alternativa è Canù: la canuccia commestibile, realizzata dalla società cooperativa agricola Campo di Fossombrone (PU). Sono stati i primi al mondo a proporre pomodori biologici in lattina e sono i primi al mondo a fare cannucce di pasta biologica, anche senza glutine, non OGM.

Come nasce la cannuccia commestibile

“Can you drink without a plastic straw? Yes you can! Canù, as easy as pasta“.

“E’ possibile bere senza la cannuccia di plastica? Si è possibile, grazie a Canù.”

Vi starete chiedendo “come nasce l’idea di realizzare una cannuccia commestibile?”. Per la cooperativa Campo è stato davvero intuitivo. Producono e commercializzano prodotti biologici, come pasta e pomodoro, dal 1978. Ma l’idea è nata a Raffaello Bonora, Project Development della cooperativa, circa due anni fa. E’ rimasto colpito dall’intervista di un barista di un ristorante di Bristol. Quest’ultimo illustrava l’utilizzo degli ziti (pasta) in sostituzione delle cannucce di plastica nel loro locale, segnalando la necessità di avere cannucce gluten free adatte a chi ha problemi di celiachia.

Noi abbiamo accettato la sfida e ci siamo messi a lavoro” ci spiega Raffaello. Soliti nella produzione di pasta, hanno cercato di rivisitare la classica zita, in quanto hanno una durata limitata nel liquido e soprattutto rilasciano sapore nella bevanda. “Abbiamo cominciato a produrre delle zite rivisitate” prosegue Raffaello. “Abbiamo usato un pò più di farina e le abbiamo fatte un pò più spesse. Dopo averla realizzata con il glutine abbiamo cercato di realizzarla gluten free. Abbiamo trovato un pastificio che è diventato nostro partner e ha accettato la sfida quanto noi. Siamo riusciti a produrla, sempre biologica, utilizzando del mais biologico, non OGM”.

Canù, la cannuccia che si mangia

Solitamente, quando beviamo un cocktail con la cannuccia di plastica, tendiamo a mordicchiarla, ingerendo senza volerlo delle molecole di plastica che sono nocive. Con Canù questo non succede perchè, alla fine di un cocktail, dopo circa un ora, essa inizia ad ammorbidirsi. Di conseguenza, possiamo mangiarla. E’ come mangiare la pasta.

Canù

I tempi di realizzazione e target

Incuriositi, abbiamo chiesto al sig. Bonora quanto tempo avesse impiegato per perfezionare il prodotto. “Per la cannuccia gluten free ho vissuto 3 mesi della mia vita dentro un laboratorio. Abbiamo iniziato a venderle a novembre 2018“. In meno di otto mesi hanno venduto più di 2 milioni di pezzi.

Canù

Con Canù, la cooperativa si rivolge principalmente all’Horeca (acronimo di Hotellerie-Restaurant-Café). Quindi per ora il loro target di riferimento è composto dal mondo degli hotel, ristoranti, catering, piccole attività e bar. “Il nostro primo grande cliente, che poi è diventato nostro partner, è Pascucci spa” ci racconta Raffaello. “Sono stati i primi a credere nella cannuccia gluten free e quindi i primi a richiederla. A seguito dell’introduzione di Canù, si è verificato un aumento del 50% della richiesta di frappuccino rispetto all’anno prima, ma soprattutto un aumento della visibilità sui social dell’80%. Quindi Canù è diventato un movimento. La gente ordinava il frappuccino, vedeva questa cosa strana all’interno del frappuccino; appena scopriva che era una cannuccia gli faceva una foto e la postava su Instagram. E’ stata una gran bella esplosione”.

Canù all’estero

Canù, abbreviativo in italiano del termine “cannuccia”, è un prodotto conosciuto ed esportato in tutto il mondo. “Canù in meno di un anno è diventato un logo internazionale, supportato dal fatto che è il prodotto della cooperativa Campo, un’azienda che fa biologico da oltre 40 anni. Stiamo contattando tantissimi distributori in stati esteri come Francia, Portogallo e Spagna.” specifica Raffaello. “Per noi è fondamentale che la cannuccia sia biologica. Quando si parla di plastic free bisognerebbe parlare anche di “poison free” in quanto i veleni finiscono in mare esattamente come la plastica. Piccolo particolare? Non si vedono”.

“Piccole rivoluzioni”

La società cooperativa agricola Campo è stata sempre considerata come una cooperativa innovativa e promotrice di piccole rivoluzioni. Basti pensare che, nel 1985, sono stati i primi al mondo a proporre pomodori biologici in lattina. “Ci guardavano tutti come degli ufo, ora è la cosa più normale del mondo” ironizza il sig. Bonora. Aggiunge: “Riteniamo che le piccole rivoluzioni vadano fatte. Tutti devono avere il diritto di mangiare pasta al pomodoro, coltivata senza veleni. Il biologico deve essere per tutti”.

Inoltre, la plastica utilizzata nelle cannucce difficilmente è riciclabile. Ed è per questo che Canù è stata una risposta incredibile all’inquinamento della plastica in mare.

Ask for CANU’, the pasta straw friend of sea life.

Come si legge nel loro leaflet da banco, “Stai con Canù, dalla parte dei pesci”. Canù è biodegradabile al 100% e quindi può essere gettata nell’umido. Se dovesse finire in mare non vi sono problemi perché diventa cibo per i pesci. A maggior ragione, la cannuccia commestibile è considerata l’ulteriore piccola rivoluzione introdotta dalla cooperativa Campo.

Obiettivi per il futuro

Molti nuovi progetti riguarderanno Canù nei prossimi mesi, a partire dal catalogo contenente diverse tipologie di cannucce. Raffaello conferma: “Stiamo realizzando la cannuccia di pasta con il glutine con la forma più larga. Con quella gluten free stiamo giocando con i colori: stiamo usando le lenticchie rosse per farle rosse, i piselli verdi per farle verdi, il riso nerone per farle nere. Le abbiamo anche prodotte più piccole, adatte ai bicchieri più bassi. Inoltre, abbiamo introdotto la lattina di pomodoro come contenitore di Canù. C’eravamo un pò stancati di vedere le cannucce dentro un contenitore di plastica.”

Canù

Altro importante progetto legato a Canù, è la pasta soffiata. “Prende la forma di una patatina ma è pasta. La presenteremo al Biofach (fiera dell’agricoltura biologica a Norimberga)” conclude Raffaello.

 

Per scaricare la brochure di Canù CLICCA QUI.

 

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