C’è un luogo dove la tradizione della pasta all’uovo si fonde con la bellezza delle Marche, si chiama Monte San Giusto (MC). Immerso in un paesaggio mozzafiato, tra dolci colline e campi di grano dorato, questo angolo di paradiso è il cuore pulsante della produzione di una pasta unica al mondo.

La Pasta di Aldo non è solo un alimento, è un viaggio sensoriale. Quando la si assaggia, si entra in un mondo fatto di sapori autentici e di tradizione che si fondono per creare un’esperienza culinaria unica. Ma questa pasta non è solo una prelibatezza per il palato, è molto di più: è il risultato di un sogno che affonda le radici nella terra e nelle persone che la coltivano.

Vuoi scoprire perché La Pasta di Aldo non è una semplice pasta, ma un’esperienza che va ben oltre il piatto? Abbiamo intervistato il titolare Luigi Donnari, la cui prima sillaba del cognome insieme a quello di sua moglie Maria Alzapiedi forma la parola “ALDO” (non esistente all’anagrafe).

«Io e Maria dedichiamo da anni la nostra vita al laboratorio in cui produciamo pasta all’uovo, un prodotto simbolo del nostro territorio da generazioni» ci racconta Luigi. «Un lavoro semplice fatto di semola, uova e gesti quotidiani. Gesti con cui realizziamo un prodotto capace di donare non solo gusto ma anche energia, benessere ed emozioni. La passione per questo lavoro ci ha portato nel tempo a sviluppare un metodo di lavorazione che riporta alle origini della pasta all’uovo, una conoscenza così dimenticata che oggi ci è stata brevettata come innovativa».

Il 14 febbraio 2001, proprio a San Valentino, Luigi e Maria fondano “La Pasta di Aldo”, guidati da valori fondamentali quali Tradizione, Terra e Famiglia. La loro mission è riportare alle persone il sapore genuino di un prodotto di altri tempi, che rappresenti l’opportunità di prendersi un momento per sé stessi e la propria famiglia, e far conoscere il nostro territorio. «Riportare la pasta all’uovo a quello che era in origine è stato un lavoro lunghissimo e difficile perché l’industria non contempla dei metodi così tradizionali» ci svela Luigi.

Nel 2006 il pluristellato Chef H. Blumenthal definisce La Pasta di Aldo come “la migliore pasta d’Italia”. Ricevono numerosi riconoscimenti, quali: il 1° premio “Pasta Gran Cru” assegnato dalla guida il “Gambero Rosso” nel 2010; il 1° premio “Pasta Trend 2011 – il Glossario” di Paolo Massobrio nel 2011; il premio “Donna impresa” per la migliore imprenditoria femminile Camera di Commercio di Macerata nel 2011; il 1° premio “Gran Junior Cooking Contest” della Federazione Italiana Cuochi nel 2012; il premio “Marchigiani dell’anno” nel 2014; il 1° Platinum Award Gourmet Arena “Merano Wine Festival” per i migliori maccheroncini nel 2017 e il 1° Platinum Award “Merano Wine Festival” per la miglior pasta e pomodoro nel 2020.

In cosa consiste il Metodo AL+DO? «Selezioniamo le migliori uova e le migliori semole italiane non trattate per garantire un prodotto sano, sicuro e ricco di proprietà nutritive, senza nemmeno una goccia d’acqua» ci racconta Luigi. «Abbiamo studiato un mix di diverse semole che conferisce ad ogni formato la giusta consistenza ed equilibrio, essiccando la nostra pasta appesa su telai e non distesa su vassoi. Questa mantiene una porosità impareggiabile e una capacità di assorbire e trattenere il sugo davvero unica. Assaggiandola, si può assaporare l’emozione di un gusto unico e il valore della tradizione che lo ha ispirato. Siamo unici al mondo a fare questa lavorazione sulla pasta all’uovo».

Per rispettare l’ambiente hanno messo in campo diversi accorgimenti che guardano al futuro senza dimenticare la tradizione. Essendo l’energia elettrica la materia prima che più occorre per far vivere l’azienda, la autoproducono grazie al sole e all’impianto fotovoltaico.

I materiali utilizzati per il packaging (dalla carta per le singole confezioni al cartone del pacco speciale) sono ecosostenibili, non inquinanti e idonei al riuso. La scatola, realizzata in cellulosa pura, si presta ad essere riutilizzata e re-inventata per attività domestiche o di hobbistica. La confezione della minestra, ad esempio, potrebbe diventare un ottimo porta biglietti (da visita e non) o un contenitore.

La Pasta di Aldo sta lavorando per ridurre l’impatto ambientale della plastica utilizzata nelle confezioni. Attualmente, la plastica presente nelle confezioni è riciclabile ma l’azienda sta cercando di utilizzare un materiale realizzato con amido di mais, che ha una scadenza, dopo la quale diventa biodegradabile. Questo significa che, raggiunto il fine vita utile, si decompone naturalmente nel terreno senza lasciare residui nocivi per l’ambiente.

La produzione è di circa 90 mila kg di pasta all’anno con un impasto senza nemmeno una goccia d’acqua tra gli ingredienti. Un gesto d’amore verso la Terra in quanto l’utilizzo di grandi quantità di acqua nella produzione di alimenti ha sempre un impatto negativo sull’ambiente.

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