DESTRUTTURIAMO – Una scintilla di genio può trasformare gli oggetti più impensati, come un apparente scarto di lavorazione, in qualcosa di straordinario. Matteo Bracalente, socio fondatore del laboratorio “Progetto Legno” di Fermo, ne è la dimostrazione perfetta. Questa che vi stiamo per raccontare è la storia di un falegname che ha saputo vedere oltre la sua produzione quotidiana. Dopo anni di realizzazione di mobili di alta qualità, è riuscito a dare una seconda vita ai pezzi di legno degli scarti della sua attività, trasformandoli in strumenti per l’apprendimento e lo sviluppo dei più piccoli.

«Quando lavoriamo il legno massello produciamo parecchio avanzo e scarto, destinato a finire nella stufa. È un peccato perché è un legno nobile, caratterizzato da diverse essenze, da una propria estetica e da profumi diversi» ci racconta Matteo. «Un giorno, a casa della mia amica Diletta Di Battista, pedagogista e insegnante, guardando i suoi due bambini giocare con delle costruzioni, mi è tornato in mente un episodio legato alla mia infanzia. Trascorrevo l’estate da mia nonna a Santa Vittoria in Matenano, che abitava a fianco ad un falegname. La sera mi intrufolavo in bottega, prendevo tutti gli scarti di legno e li riportavo a casa. Passavo le giornate intere ad utilizzarli come giochi e costruzioni. Da lì, parlando con Diletta, ci siamo detti: perché non provare?». Nasce così il progetto “DestrutturiAmo”, basato sul materiale destrutturato costituito da elementi naturali che non suggeriscono un unico utilizzo ma possono essere usati liberamente.
In un mondo sempre più digitale, Matteo ha messo a frutto la sua creatività e abilità. Insieme a Diletta, inizia a creare giochi educativi in legno per bambini fondati sul metodo Montessori. La materia prima adoperata non subisce alcun trattamento né verniciatura, solo minimi adattamenti per renderla sicura nelle mani dei più piccoli.
«Il materiale destrutturato consente al bambino di creare tantissime attività perché non ha né regole, né strutture, né obiettivi precisi e può assumere un’infinità di ruoli. Ogni giorno si trasforma in qualcosa di nuovo» ci svela Diletta. «È un materiale senza tempo e senza età perché risponde ai bisogni, alle necessità e ai piani di sviluppo tipici dell’età del bambino. Queste da noi create sono tutte figure simili ma diverse tra loro. Sono quadrati, rettangoli, cerchi e “un pezzo speciale”, perché i bambini hanno spesso il desiderio della specialità, dell’unicità e quindi inseriamo anche una forma particolare».
Ogni fascia d’età risponde alle proprie caratteristiche. Dai 6 ai 12 mesi, può essere utilizzato per essere esplorato, manipolato e utilizzato per la conoscenza di tutte quelle caratteristiche tattili e olfattive proprio del legno e della figura. Da 1 a 3 anni può essere impilato, adoperato per associare e per classificare. A 6 e 7 anni può aiutare il bambino nelle moltiplicazioni, può essere maneggiato per costruire castelli o per narrare storie inventate.
Dalla collaborazione con Sonia e Lorenzo dello studio Kubla, appassionati anche loro di giochi per bambini, è nato “Geppo”. «Quando Matteo e Diletta ci hanno coinvolti e illustrato il progetto DestrutturiAmo, abbiamo colto subito la potenzialità e da lì sono nate mille idee» ricorda Sonia. «Io e Lorenzo ci occupiamo di comunicazione grafica e di design e siamo innamorati della comunicazione grafica per bambini».

L’iniziativa sarà presentata in occasione del TEDxFermo il 15 Aprile al Teatro dell’Aquila di Fermo, dove si potrà anche acquistarlo. L’intero ricavato sarà devoluto in beneficenza all’Ospedale Salesi di Ancona. “Progetto Legno” è sponsor del TEDx da diversi anni.
Programmi per il futuro? Sicuramente l’ampliamento della collezione che seguirà il filone della sostenibilità, del montessoriano per quanto riguarda l’apprendimento, e della creatività.
In “Progetto Legno” è molto radicato il concetto di sostenibilità. Recuperano, infatti, il legno trovato nelle antiche case di campagna, come porte, greppi di stalle, persiane e travi, per riproporlo nell’arredamento progettato per il cliente. Non importano la materia prima ma utilizzano legno locale come quello del noce (presente tra le Marche e l’Umbria) e dell’olmo.
«Il legno ha accompagnato tutta la mia vita- ricorda Matteo concludendo – da quando a 5 anni ho realizzato la casa sull’albero da nonna in campagna, a quando lavoravo come ragioniere su un’azienda ma la sera andavo a imparare il mestiere del falegname. Non posso pensare di non avere un qualcosa di legno in mano. Non esiste materiale più bello».
“Progetto Legno” non è semplicemente una falegnameria, ma un laboratorio creativo dove le idee sono al primo posto.
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