L’associazione Marche a rifiuti zero, di cui Sabrina Petrucci è referente per la Provincia di Ascoli Piceno, svolge campagne finalizzate ad incentivare e promuovere nuove strategie riguardanti la gestione dei rifiuti ed a spostare le risorse dallo smaltimento e dall’incenerimento verso il riuso ed il riciclo, anche attraverso la collaborazione con gli enti territoriali e le altre associazioni presenti sul territorio.
Fa parte della rete di associazioni Zero Waste Europe, che da anni si muove a livello nazionale ed internazionale per promuovere e sostenere attività in contesti culturali, didattici e sociali di sensibilizzazione ambientale finalizzate alla creazione di uno sviluppo sostenibile. I Comuni italiani che hanno adottato la strategia Rifiuti Zero sono 240 per un totale di 5.256.363 abitanti. Partecipa, inoltre, alle attività del Centro di ricerca e riprogettazione rifiuti zero di Capannori, che intende riproporre nel comune di Castignano adattandolo alla specificità del territorio.
Quali sono le alternative alla discarica ed all’incenerimento?
Lo smaltimento e l’incenerimento sono un modo vecchio di trattare i rifiuti, perché comportano la distruzione di risorse preziose, specie nel nostro Paese che è povero di materie prime. Sebbene possa sembrare una contraddizione, i rifiuti rappresentano attualmente una delle maggiori opportunità di crescita sostenibile per il sistema Europa e per il nostro Paese. I rifiuti costituiscono infatti una enorme riserva di risorse che, se opportunamente gestita e valorizzata, può garantire un approvvigionamento sostenibile e continuo negli anni di materiali. Per non parlare della necessità di investire in attività di ricerca finalizzate a ridurre la pericolosità dei rifiuti prodotti e migliorare complessivamente il ciclo di vita dei materiali di risulta. La prevenzione dei quantitativi e della pericolosità dei rifiuti prodotti nell’intero ciclo di vita di un bene si realizza mediante l’adozione di tecniche di Ecodesign, ovvero di riprogettazione ecologica del bene stesso tenendo presente tutti gli impatti ambientali che si generano nell’intero ciclo di vita (dalla produzione delle materie prime allo smaltimento finale) in modo da ripensare strade alternative in grado di ridurre le ricadute negative sull’ambiente. In riferimento all’obiettivo specifico della prevenzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, questo approccio porterà a scegliere materiali esenti da sostanze pericolose (oppure con caratteristiche di pericolosità inferiore), sistemi di lavorazione in grado di migliorare i processi riducendo gli scarti di materiale, soluzioni di utilizzo del bene finale in grado di allungarne la vita utile (es. attraverso una più semplice manutenibilità) e di agevolarne la valorizzazione (ovvero il recupero) a fine vita rispetto allo smaltimento.
Quanto sono dannose le polveri derivanti dall’incenerimento?
L’incenerimento di rifiuti produce inquinanti gassosi (principalmente CO, CO2, acido cloridrico, ossidi di zolfo e d’azoto), polveri sottili (PM10, PM2,5, PM1, PM0,1) e microinquinanti (principalmente PCB, diossine, furani, metalli pesanti, IPA, benzene), molti dei quali persistenti, cancerogeni e bioaccumulabili. L’acqua reflua del processo di incenerimento contiene quantità varie di metalli e altre sostanze che essa raccoglie nelle varie fasi del processo di combustione e di abbattimento dei fumi. Poi ci sono ceneri e scorie, che ammontano a circa un terzo in peso del rifiuto bruciato. Contengono soprattutto metalli e diossine e a loro volta debbono essere smaltiti come rifiuti tossici in discariche specifiche. Le ceneri “leggere” che residuano dai sistemi di depurazione dei fumi sono altamente tossiche e non va dimenticato che una piccola quantità di tali ceneri (compresa tra il 3 ed il 5 %) si aggiunge alla parte volatile, perché non viene trattenute dai sistemi di filtraggio. Gli impatti ambientali connessi alle ceneri pesanti e leggere sono ormai ben noti quindi oltre a motivi economici, ci sono anche seri motivi legati alla tutela della salute e dell’ambiente per essere contrari all’incenerimento.
I limiti imposti dalla normativa per i fumi non dovrebbero impedire effetti particolarmente nocivi?
In teoria i limiti di emissione sono fissati per limitare le sostanze riconosciute come dannose. I limiti previsti dalla normativa europea (e recepiti da quella nazionale) non sono tuttavia sufficienti a garantire al 100% la salute dei cittadini (e anche se lo fossero non cambierebbe molto, dato che nella maggior parte dei paesi membri, Italia in primis, non sono rispettati) e, come evidenziato da numerosi rapporti sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente, sono solitamente meno stringenti degli obiettivi di qualità dell’OMS.
È possibile stimare i costi dello smaltimento dei rifiuti tramite incenerimento, indirettamente sostenuti dallo Stato italiano sotto la forma di incentivi alla produzione di energia elettrica?
Non conosco le cifre precise ma una cosa la posso dire: questi incentivi finiscono direttamente nelle nostre bollette, nella famosa componente A3, che ammonta a diversi miliardi di euro.. con questi soldi si potrebbe fare molta ricerca avanzata per migliorare i nostri metodi di recupero dei rifiuti e riprogettazione dei processi di lavorazione e produzione.
In realtà, secondo la normativa europea, solo la parte organica dei rifiuti potrebbe essere considerata rinnovabile. Non è, dunque, configurabile una violazione delle normative europee in materia?
In effetti secondo una recente comunicazione della Commissione europea, nel valutare il sostegno finanziario pubblico ai processi di termovalorizzazione è particolarmente importante non compromettere la gerarchia dei rifiuti scoraggiando opzioni di gestione dei rifiuti con un maggiore potenziale in termini di economia circolare. Tale aspetto è chiaramente sottolineato nei vigenti orientamenti sugli aiuti di Stato per la tutela dell’ambiente e l’energia, laddove si afferma che il sostegno all’energia ottenuta da fonti rinnovabili mediante rifiuti o il sostegno alla cogenerazione e agli impianti di teleriscaldamento che utilizzano rifiuti possono contribuire positivamente alla tutela dell’ambiente, a condizione che tali forme di sostegno non eludano la gerarchia dei rifiuti. Inoltre, il finanziamento pubblico non dovrebbe favorire la creazione di sovraccapacità, come gli inceneritori, per il trattamento di rifiuti non riciclabili. In proposito va ricordato che la quantità dei rifiuti non differenziati utilizzati come materia prima nei processi di termovalorizzazione dovrebbe diminuire a seguito degli obblighi di raccolta differenziata e dei più ambiziosi obiettivi di riciclaggio dell’UE. Per questi motivi si invitano gli Stati membri a ridurre gradualmente il sostegno pubblico per il recupero di energia da rifiuti non differenziati.
Castignano è il primo comune della provincia di Ascoli Piceno ad aver sposato la strategia “Rifiuti Zero”. Quali le iniziative adottate finora?
Alla fine dello scorso anno si è insediato l’Osservatorio rifiuti zero di Castignano, l’organo di controllo del percorso di attuazione della Strategia composto da amministrazione e cittadini. Su impulso di tale organo il prossimo 20 maggio sarà aperto l’Eco-sportello, cioè un luogo dove alcuni cittadini (eco-volontari) saranno a disposizione degli altri cittadini per dare informazioni sul servizio di raccolta dei rifiuti, recepire segnalazioni, suggerimenti e adoperarsi per risolvere i problemi di natura ambientale. Tramite loro ciascuno può rappresentare le proprie esigenze all’Amministrazione Comunale e al gestore del ciclo dei rifiuti. Il Comune intende inoltre aprire un Centro per la riparazione, il riuso e la riprogettazione, per cui il Comune di Castignano ha già partecipato ad un bando della Provincia e Marche a rifiuti zero ha presentato un progetto alla Carisap. Inoltre sono in corso progetti di formazione scolastica, iniziative a carattere ambientale e laboratori sul riuso e il riciclo. Stiamo anche organizzando visite agli impianti di recupero e riciclo, dove i materiali che differenziamo vengono avviati al recupero o allo smaltimento.
Quali altre battaglie hai sostenuto o sosterrai a tutela del nostro territorio?
Attraverso il Comitato per la tutela del territorio di Castignano e del sistema collinare piceno e con il prezioso sostegno di Italia Nostra, abbiamo fatto una lunga battaglia, sostenuti anche dal Comune di Castignano, per evitare la realizzazione di due impianti eolici su una delle più belle e panoramiche colline di Castignano. A nostro avviso si trattava di una speculazione per accedere agli incentivi che citavo prima, mentre la zona collinare marchigiana, secondo il Piano Energetico Ambientale regionale, non ha un vento costante e sostenuto come servirebbe per questo tipo di impianti. Abbiamo visto molti territori a vocazione agricola e turistica, anche nel vicino Abruzzo, devastati da pale eoliche ferme per mancanza di vento.. un vero disastro ambientale… senza nessun vantaggio economico per le comunità interessate.
Su cosa verterà l’incontro Marche a Rifiuti Zero di sabato prossimo, 20 maggio, a Castignano?
Per favorire la formazione anche dei più giovani, abbiamo invitato Rossano Ercolini a tornare a Castignano per incontrare i ragazzi delle scuole e raccontare come si raggiunge l’obiettivo dei Rifiuti zero. La giornata prevede un spettacolo teatrale a tema presso il Teatro comunale, prima con i bambini della scuola primaria e poi con i ragazzi della scuola secondaria di primo grado. Contemporaneamente si svolgeranno dei giochi a tema per favorire il coinvolgimento di tutti i ragazzi e rendere più semplice l’apprendimento. Alle 10.30 ci sarà una merenda in piazza, così i ragazzi potranno visitare l’Eco-sportello, che sarà inaugurato proprio in quel giorno. Nel pomeriggio ci sarà un incontro a Carassai, dove Ercolini esporrà la Strategia rifiuti zero agli amministratori, alle associazioni e ai cittadini. Ci auguriamo di avere presto un secondo comune nel Piceno che aderisce alla Strategia e, piano piano, di diventare una provincia modello dove, oltre a fare una raccolta differenziata di eccellenza, si fa anche ricerca a sostegno di attività produttive ad alto contenuto tecnologico, le uniche che oggi possono competere sui mercati internazionali. Con un po’ di caparbietà marchigiana ce la possiamo fare!