Immagina come potresti dare nuova vita ad una custodia degli occhiali usata. Non ti viene in mente nulla? Allora non conosci “Occhio alla cicca”, un progetto nato circa 3 anni fa dall’associazione 5R Zero Sprechi. Oggi è parte di un laboratorio di riciclo nell’ambito della cooperativa sociale Lella 2001 di Grottammare.
Abbiamo intervistato Marco Migliorati (Presidente della 5R Zero Sprechi di Brescia) e Cristina Farnesi (associazione Marche a Rifiuti Zero) che hanno reso possibile tutto questo.
Come nasce il progetto “Occhio alla cicca”
Un incontro casuale in un isola ecologica con Adriano Filippini, coordinatore della Lions Club International, che si stava occupando della raccolta di occhiali usati per poi destinarli a paesi in via di sviluppo, zone depresse o colpite dal sisma. È questa la prima immagine che ricorda Marco quando gli abbiamo chiesto di raccontarci come è nato il progetto “Occhio alla cicca“.
“Lo vedo arrivare con tutte queste custodie da buttare nell’ingombrante e destinate all’incenerimento. A quel punto mi sono incuriosito e gli ho chiesto da dove provenissero. Mi ha spiegato il loro progetto e aggiunse che devono eliminarle per avere maggiore possibilità di spazio. Sono rimasto colpito dal fatto che alcune erano ancora molto belle” esordisce Marco.
“Aiutandoli, siamo riusciti a collocare diverse custodie che erano in plastica rigida all’interno di aziende che si occupano di recuperare questo tipo di materiale. Per le altre, ci siamo dovuti dar da fare per studiare un progetto. Dopo qualche mese è nata questa idea, giocherellando proprio con le custodie sul tavolo.”
“Ho cominciato a pensare a questo progetto come una sorta di recupero mozziconi” prosegue Marco. “A giugno 2020 siamo partiti con il proporre 30/40 custodie ad una piccola spiaggia che si trova sul Lago di Garda, gestita della mamma di una nostra volontaria. Insieme ad un ombrellone e ad uno sdraio, consegna ai suoi clienti questa custodia. È stato un gesto molto apprezzato. In tanti hanno lasciato un’offerta affinché il progetto prosegua ed altre attività l’hanno contattata per poter avere anche loro le custodie e metterle a disposizione della propria clientela”.
“Ho impegnato i ragazzi della nostra associazione a dipingere e a dare sfogo alla propria fantasia colorando queste custodie. Su di esse è riportata la targa del progetto con all’interno un QR Code che rimanda alla storia del progetto e di come nasce. Ora stiamo lavorando per certificare questo progetto, per far sì che abbia una sorta di paternità e resti all’interno di circuiti solidali”.
“Sul percorso, è stato bellissimo l’incontro con Cristina perché, nel vedere questa nostra iniziativa, mi contatta e spiega che le piacerebbe replicarla anche nelle Marche. Il valore aggiunto che ha dato al progetto è proprio l’uso che ne ha fatto in quanto nella cooperativa sociale Lella 2001 ha assunto un significato che va ben oltre il recupero e il riuso dei rifiuti”.
“Occhio alla cicca” alla cooperativa Lella 2001
“Con l’associazione Marche a Rifiuti Zero stiamo portando avanti un percorso educativo all’interno della cooperativa Lella 2001 di Grottammare che si compone di diverse parti:
- economia circolare,
- plastica nei mari,
- spreco alimentare”
ci racconta Cristina. “Un circuito ad alto valore, sia ambientale che sociale per aiutarli a strutturare al meglio il loro percorso di vita. Ogni step è abbinato ad una parte laboratoriale con i ragazzi. Nel momento in cui Marco aveva esposto “Occhio alla cicca”, mi trovavo a dover strutturare questo progetto, che abbiamo successivamente inserito in un laboratorio di riciclo (1), attivandomi da subito per procurarmi delle custodie grazie all’aiuto straordinario dei ragazzi del Leo Club “Costantino Rozzi” di Ascoli Piceno, che hanno mostrato una sensibilità straordinaria”.
“Questa custodia è destinata anche alle spiagge del litorale. Marche a Rifiuti Zero, infatti, collabora da diverso tempo con gli stabilimenti balneari del litorale nei comuni di Cupra, Grottammare e San Benedetto del Tronto. Quindi i ragazzi della comunità in prima persona collaborano per il cambiamento, sempre più necessario date le circostanze in cui ci troviamo”.
“Ora siamo in corso di svolgimento del secondo step (plastica nei mari), abbinato ad un’uscita dal nome “Clean Up”, nella quale, individuata un area (una spiaggia o una zona vicino alla comunità dove risiedono i ragazzi), andiamo a raccogliere i rifiuti a terra, che finiscono nei nostri mari, impattano sugli ecosistemi e arrivano anche nel nostro piatto”.
“In queste uscite ci siamo resi conto ed abbiamo avuto da subito conferma del fatto che quello delle cicche è un problema molto importante. È un rifiuto che ha una facilità di dispersione enorme. Nessuno va alla ricerca del posacenere stradale per gettare la cicca né tantomeno si dota di un posacenere tascabile o da borsetta. Questo avviene nelle spiagge, nelle piazze delle città, ovunque. Quindi ci troviamo sempre di fronte a una enorme quantità di cicce per terra“.
“In futuro, vorremmo proporre questo progetto anche in altre realtà. ”
Per maggiori informazioni, guarda il VIDEO di “Occhio alla cicca”.
Hai una custodia degli occhiali usata? Pima di buttarla, fanne buon uso!