Ricehouse nasce a settembre 2016 come Srl e startup innovativa di Biella tra le risaie piemontesi. Il percorso però per arrivare alla sua costituzione è stato lungo quindici anni nella ricerca di materiali naturali per edilizia e architettura. “Abbiamo scoperto il mondo degli scarti della produzione risicola”, spiega l’architetto Tiziana Monterisi, “e cerchiamo di valorizzarli”. Utilizzano la paglia di riso, la lolla, generata direttamente dal residuo di lavorazione del riso, “si tratta della pelle che ricopre il chicco”, e la pula, un residuo farinoso molto fine. “Trasformiamo questi tre ingredienti inutili per la fabbricazione del riso, che in genere vengono bruciati, in un’importante materia prima per la costruzione di edifici”. La paglia ha degli ottimi valori isolanti dal punto di vista termico, la lolla miscelata con terra cruda o argilla può formare intonaci e massetti alleggeriti.
“L’idea è sbocciata in parallelo alla mia ditta di architettura e progettazione specializzata in edifici ecosostenibili”, informa Monterisi, “Abbiamo sempre pensato che un edificio è la nostra terza pelle e come tale non può che essere naturale e traspirabile“. Da questo pensiero è partita la ricerca per materiali sostenibili ma in grado di avere delle caratteristiche tecniche assolutamente prestanti.

Gli edifici di Ricehouse sono costituiti da pannelli di riso incastonati in strutture di legno che usano paglia di riso come isolanti nei casseri, gli intonaci esterni ed in interni sono in lolla di riso o terracruda, i massetti alleggeriti dei pavimenti sono in lolla di calce. L’80% è costituito da materiale naturale proveniente dalla risaia quindi, “poi è chiaro che ci sono viti, bulloni, guaine, piastrelle o parquet”. Il pannello di riso è durevole in quanto intonacato pari a quella di un mattone o del cemento armato. “Esistono in Europa delle case in paglia dei primi del Novecento e in America del Settecento che sono perfettamente mantenute, ciò significa che possono essere fatte anche oggi”. La paglia di riso è molto resistente, non è attaccabile da insetti e microrganismi, ed è più durevole di altri materiali naturali. Rispetto a questi ultimi, inoltre, è più economico.
Questa tipologia di costruzione può essere anche usata nelle zone del terremoto. “La paglia può essere utilizzata anche strutturalmente accoppiato ad un intonaco elastico e non rigido come il cemento con gli ingegneri si può calcolare una struttura antisismica. Col sisma può presentare delle crepe ma l’edificio non collassa, il dettaglio più rilevante in un fenomeno del genere”.


Ricehouse ha realizzato edifici nel Nord Italia, Piemonte, Val d’Aosta, Lombardia (diversi progetti a Milano) e nel Sud in Puglia. Nel 2017 un prefabbricato in legno e paglia di tre piani per un privato a Chamois (Val d’Aosta) ha vinto il primo premio come edificio sostenibile. È completamente privo di riscaldamento tradizionale invernale e condizionatore estivo perché “queste strutture se ben progettate, hanno un involucro molto prestante”. Adesso stanno lavorando nella stessa regione a Gressoney-Saint-Jean per una casa privata e un B&B, in Toscana a Montopoli in Valdarno invece stanno studiando un centro benessere senza impianti per la purificazione dell’aria ma solo verde vegetale.
Le attività di bioarchitettura dello studio di architetti di Monterisi sono riunite all’interno del sito Coltivare la Città attraverso le sezioni di progettazione, valorizzazione (Ricehouse) e associazione culturale per la rigenerazione urbana.

Donatella Rosetti

Padiglione di svolta, http://www.coltivarelacitta.it/portfolio/padiglione-di-svolta/