Come già sappiamo, il settore agricolo ha un forte impatto sull’ambiente a causa delle emissioni di gas serra degli allevamenti e l’utilizzo di pesticidi, che nuoce alla biodiversità del territorio. Fortunatamente, si assiste ad un cambio di rotta verso un’agricoltura più green e biologica, favorita anche da incentivi europei. Abbiamo approfondito il tema con Tommaso Ciriaci, agronomo libero professionista di Confagricoltura Ascoli Piceno-Fermo.

L’agricoltura nelle Marche

«Oggi, l’agricoltura locale è caratterizzata da aziende molto piccole. L’età media di chi ci lavora è piuttosto elevata. I giovani, infatti, incidono numericamente molto poco rispetto al totale. Gli incentivi concessi dalla Regione Marche con il primo insediamento giovane ha visto l’ingresso di tante nuove leve, molto spesso in sostituzione dei genitori o dei nonni. Si è assistito, quindi, ad un ricambio generazionale che sta portando quell’innovazione che magari persone meno istruite e con età più avanzata non riuscivano a garantire» evidenzia Tommaso.

«La tecnologia non è ancora molto diffusa. Solo le grandi aziende tendono ad investire in innovazione. Quelle più piccole invece, che sono in maggioranza, hanno difficoltà a causa dei margini di guadagno esigui».

Incentivi nel settore agricolo per favorire l’agricoltura di precisione

L’Europa, attraverso le Regioni, finanzia tutta una serie di investimenti volti a sostenere le aziende agricole e incentivarne la nascita. Questo finanziamento viene realizzato con un capitolo contenuto nel secondo pilastro della PAC: il “Piano di sviluppo rurale”.

«In questa fase – illustra Tommaso – ci troviamo in un periodo di transizione. È terminato il periodo di programmazione “Programma di sviluppo rurale (PSR) Regione Marche 2014 – 2020. Siamo in attesa del bando PSR 2021, che dovrebbe essere reso pubblico entro la fine dell’estate. Ad autunno, invece, verranno introdotte tutte le altre misure che sono l’ammodernamento aziendale, l’agriturismo e le varie filiere».

Stiamo parlando della Misura 6.1 PSR- Aiuto all’avviamento d’impresa per giovani agricoltori. Questa prevede la concessione di un aiuto per l’insediamento di giovani agricoltori che si impegnano a proseguire l’attività agricola, in qualità di capo d’azienda, per almeno 8 anni. Per giovani si intende tutte quelle persone che hanno dai 18 ai 41 anni di età, iscritti alla CCIAA (Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura) da meno di 2 anni.

In cosa consiste la Misura 6.1?

«Innanzitutto, vuol dire avere un aiuto per avviare un’azienda agricola da un minimo di 35.000 euro ad un massimo di 50.000 euro, a seconda della zona di operatività dell’impresa. Se la sede è ubicata in una zona svantaggiata, il finanziamento erogato sarà di 50 mila euro.  Inoltre, la Regione Marche finanzia tutta una serie di investimenti che le aziende andranno ad effettuare per raggiungere una serie di obiettivi. Più obiettivi si raggiungono, più il punteggio sarà alto e più sarà probabile essere finanziati».

«Le aziende che diventano bio, ad esempio, avranno più punti. Infatti, particolare attenzione viene rivolta ad obiettivi che hanno lo scopo di ridurre l’impatto ambientale. Ad esempio: il recupero delle acque (ad esempio optare per l’irrigazione con sistemi a goccia e non più a scorrimento; o anche il recupero di acqua piovana dai tetti), l’utilizzo di macchinari tecnologicamente avanzati, l’utilizzo di materiali di protezione come rete antigrandine e antinsetto (in quanto consentono un risparmio o una riduzione di trattamenti antiparassitari e insetticidi)».

«L’agricoltura si sta orientando in maniera sempre più decisa verso il biologico, per essere quantomeno meno impattante rispetto al passato. Inoltre, grazie all’agricoltura di precisione, ci avvaliamo di macchine che lavorano in maniera oculata e più scientifica e tecnica possibile. Di conseguenza, anche la distribuzione di prodotti antiparassitari risulta essere molto più precisa».

Chi è Tommaso Ciriaci

Per chi non lo conoscesse, Tommaso Ciriaci ha lavorato come specialista in ricerca e sviluppo presso “CREA- Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria”. La sua attività di consulenza si divide in due filoni. Il primo, in stretta collaborazione con Confagricoltura, riguarda la redazione di Piani Sviluppo Rurale, perizie tecnico estimative e gestione agronomica delle colture agricole. Il secondo, in collaborazione con il gruppo Blumen s.p.a., riguarda l’attività di miglioramento genetico e coltivazione in purezza delle specie orticole presenti in catalogo. Il gruppo rappresenta diverse realtà sementiere italiane tra cui Four e Olter sementi.

«In questo ambito mi occupo della scelta degli individui migliori all’interno di famiglie genetiche non uniformi, cerco di mantenere in purezza altro materiale genetico ed infine incrocio individui tra loro per ottenere una combinazione genetica migliore. Questo tipo di attività lo faccio su: melanzana, pomodoro, peperone e da un paio di anni ho iniziato a lavorare anche sul finocchio. L’obiettivo è prendere il materiale genetico più resistente alle malattie, che ha meno necessità di trattamenti antiparassitari e creare del materiale genetico più apprezzato dal consumatore, quindi con determinate colorazioni oppure con pezzature più interessanti» ci confida Tommaso.

«Inoltre, da due/tre anni ho intrapreso collaborazioni con attività di agricoltura sociale. Porto avanti un progetto con l’Anfass di Ascoli Piceno, associazione che da sostegno a persone portatori di handicap. Con loro abbiamo realizzato un progetto chiamato “ci vuole un fiore” costruendo una serra e un piccolo orto all’aperto dove portiamo i ragazzi due/tre volte a settimana a curare delle piantine. Stesso progetto similare è stato realizzato con l’Avis di Ascoli Piceno ed ha l’obiettivo di formare nuove leve nel senso che stiamo insegnando ad alcuni bambini a coltivare l’orto. Abbiamo fatto realizzare delle semini, dei trapianti, dare delle acquature nonché la pulizia dei campi per fargli rendere conto da dove proviene il frutto che mangiano e tutto quello che c’è dietro. Altro progetto importante: collaboro con Ama Aquilone, una cooperativa sociale che recupera ragazzi affetti da dipendenze. Nella loro azienda agricola, formiamo queste persone.

 

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