Si chiama Feel the Peel, è alto 3,10 metri e permette di dare nuova vita alle bucce d’arancia. E’ lo spremiagrumi gigante più sostenibile d’Italia, progettato dall‘ufficio internazionale di design e di innovazione Carlo Ratti Associati (CRA) in collaborazione con la società energetica globale Eni.
Feel the Peel
Il progetto Feel the Peel è concepito come un Circular Juice Bar itinerante. Le bucce utilizzate per produrre il succo appena ordinato al bar non vengono buttate via, ma riutilizzate e trasformate in filamento per la stampa 3D delle tazze usa e getta.
Nello specifico, una volta avviata la funzione di spremitura, un contenitore raccoglie le bucce delle arance spremute. Successivamente vengono essiccate, macinate e miscelate con acido polilattico (PLA) per diventare bioplastica. Una volta scaldato, questo materiale diventa filamento per la stampante 3D integrata all’interno nel macchinario, pronta per stampare le tazze istantaneamente.
Abbiamo avuto il piacere di approfondire il tema con il team di CRA che ha seguito il progetto.
Come è nata la partnership con Eni?
“Le collaborazioni sono nate nell’ambito delle iniziative di Eni per la promozione dell’economia circolare. I progetti sono variazioni di questo tema, dal Circular Restaurant per la Maker Faire di Roma nel 2018, che permetteva ai visitatori di assistere alla trasformazione dell’olio di cottura in biodiesel; il Circular Garden, un’installazione di archi realizzati interamente in micelio in occasione del Fuorisalone 2019 all’orto botanico di Brera e Feel the Peel, lo spremiagrumi gigante dotato di stampante 3D per riutilizzare le bucce d’arancia risultanti dalla spremuta e trasformarle in bicchieri di bioplastica” per bere il succo appena spremuto.
Come nasce l’idea di dare nuova vita alle bucce d’arancia?
“Nasce dalla semplice osservazione di ciò che accade in un normale spremiagrumi. Per una spremuta si usano a volte anche più arance, che finiscono per essere buttate con un notevole dispendio di risorse. Ci siamo chiesti, quindi, cosa potesse succedere se quelle bucce venissero raccolte e riutilizzate. L’idea dei bicchieri in bioplastica è il compimento ideale di un processo circolare“.
Avete riscontrato delle difficoltà in fase di progettazione o in fase di lancio del prototipo?
“In fase di progettazione, le difficoltà vanno di pari passo con le idee e in questo senso il nostro team di prototipazione ha dedicato tempo e cura a sviluppare l’idea in un prototipo efficiente, grazie alla modellazione digitale e alla sperimentazione continua.
“L’idea è stata accolta con grande entusiasmo e abbiamo ricevuto centinaia di richieste di informazioni per un successivo sviluppo del prototipo. Una bella storia che ha attraversato geograficamente tutto il mondo, con una reazione particolarmente vivace da parte dei produttori di arance, ovviamente!”
Quante arance può contenere e quante tazzine può realizzare?
“La calotta posta al di sopra del juice bar può contenere fino a 1500 arance e la stampante 3D estrude circa 3 bicchieri all’ora”.
Dove è presente ad oggi Feel the Peel?
“Feel the Peel oggi è un prototipo itinerante, che viaggia per diverse fiere, dalla Maker Faire a Ecomondo Rimini. E continua a pianificare il suo viaggio”.
Progetti per il futuro?
“Continuare a sensibilizzare sui temi dell’economia circolare e sul ruolo cruciale che la tecnologia può svolgere per creare nuove visioni in questa direzione”.
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