Le Marche in Valigia è un progetto nato nel 2009 dentro l’Associazione Agritur-Aso, fondata nel 2007 dai titolari di agriturismi, country house, bed&breakfast e aziende agricole della zona di Petritoli ed Ortezzano (FM). Una sorta di “rete” per valorizzare il territorio sia nei confronti degli abitanti di questi luoghi che dei turisti. “Questi ultimi hanno trascorso delle vacanze diverse con noi e l’hanno raccontate a casa”, spiega Roberto Ferretti, creatore del progetto e proprietario del B&B “La Scentella” di Petritoli.

Il tutto è nato quando una signora del Belgio, Annick, ha raccontato al suo professore di italiano la particolarità dell’accoglienza ricevuta attraverso diverse esperienze come la raccolta della frutta e della lavanda, la vendemmia. Anche l’essere stata invitata da un agriturismo vicino a festeggiare un compleanno, le ha fatto comprendere che era un tipo d’accoglienza caratteristico del territorio e si è sentita a casa sua. Il professore belga ha avuto subito l’idea di invitare l’associazione in Belgio per “portare una testimonianza della nostra regione”. Al primo incontro 280 persone, per la maggior parte straniere, pendevano dalle labbra degli organizzatori. Così l’avventura ha avuto inizio.

Ognuno degli appartenenti ad Agritur-Aso creava dei contatti con i turisti interessati a far conoscere il nostro territorio e la nostra regione nei loro Paesi di provenienza. Le Marche in Valigia sono volate in Belgio, Francia, Slovacchia, Slovenia, Germania, Danimarca, Inghilterra, Giappone. L’ultimo viaggio è stato in aprile in Australia e si stanno preparando per il prossimo a Toronto, in Canada.

“Nonostante gli italiani siano dappertutto, ai nostri incontri partecipano in maggioranza persone straniere”, osserva Ferretti, “Purtroppo siamo ancora legati ai regionalismi. Abbiamo notato in particolar modo all’estero che a noi manca lo spirito nazionale”. Il progetto de Le Marche in Valigia ha viaggiato anche in Italia, soprattutto al Nord, come a Bolzano, Pieve di Cadore e Domegge di Cadore, Treviso, Pavia, Vigevano.

L’incontro comincia con un’introduzione conoscitiva in cui sono mostrate le Marche con immagini e filmati partendo dalla Valdaso. “Il nostro biglietto da visita per presentare la nostra regione è la dieta mediterranea”, rivela Ferretti. La storia della dieta mediterranea è insospettabilmente legata al Fermano. Questo moderno modello alimentare è stato decodificato da Ancel Keys negli anni Cinquanta, che ha effettuato una grande ricerca epidemiologica in Italia, Croazia, Grecia, Stati Uniti, Olanda, Finlandia e Giappone. Ogni nazione era rappresentata da dei villaggi nei quali si svolgevano gli studi, e per l’Italia c’era Montegiorgio (FM). Questo dato storico è come se fosse un certificato di garanzia per Le Marche in Valigia. I dati infatti dimostrano che la nostra regione è molto longeva per il nostro mangiar sano e, d’altronde, “qui si concentra il maggior numero di prodotti con un marchio internazionale riconosciuto (IGP, IGT, DOC, DOP)”.

Le Marche in valigia

Dopo la parte storica, nell’incontro arriva quella pratica. Ci sono laboratori sulla pasta fatta a mano, come i maccheroncini di Campofilone, sulle olive fritte ascolane o degustazioni d’olio. I prodotti nostrani vengono spesso richiesti al termine della presentazione e poi spediti dai produttori. Alla fine c’è una cena o un pranzo, dove vengono preparati i piatti tipici marchigiani cucinati dai cuochi dell’associazione. Il pasto è a pagamento e con questo denaro Le Marche in Valigia non solo si ripaga le spese personali di viaggio, ma anche quelle delle persone ospitanti.

“Questa è la novità. Facciamo pubblicità e promozione non investendo i soldi per farle e può capitare a volte che ce ne riportiamo alcuni”, ammette entusiasta l’ideatore. I frutti di questa iniziativa negli anni si sono rivelati palpabili. “Abbiamo creato un vero rapporto con la gente che ci è venuta a trovare e siamo capaci di ricordarci i loro nomi e cognomi”. Un gemellaggio turistico-culturale importante che coinvolge singoli individui e folti gruppi di turisti, per i quali sono organizzati appositi eventi pure in loco.

Il messaggio specifico è che utilizzando un turismo relazionale, come è definito sul sito de Le Marche in Valigia, “si potrebbe incrementare ulteriormente la promozione accanto alle classiche forme già collaudate”. La speranza è di ispirare altre realtà marchigiane a fare lo stesso. “Desideriamo che l’associarsi in una ‘rete’ diventi una modalità usata per promuovere il territorio dal basso senza dover per forza ricorrere agli incentivi delle istituzioni”. La parola d’ordine è collaborazione. A sostegno di questo principio, Ferretti richiama il termine dialettale del “raiuto”, ovvero l’aiuto reciproco dei contadini di una volta. “Nel fare sistema su basi fiduciarie più che economiche si abbattono le barriere della concorrenza e della diffidenza aumentando l’afflusso turistico nelle nostre terre”.

Donatella Rosetti

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