Dopo il terremoto che ha colpito le Marche e le altre regioni del centro Italia negli scorsi mesi, trovare un modo e una ragione per ricominciare a vivere non è stato semplice. Eppure, avvengono in questi casi piccoli miracoli: le tragedie, nella loro intrinseca negatività, hanno il piccolo pregio di rafforzare lo spirito comunitario, spingendo tutti a fare il possibile con i propri mezzi. I gesti di solidarietà post-sisma sono stati molti e in diversi campi: nell’immediato, c’è stato chi ha messo a disposizione seconde case per i tanti sfollati, chi ha offerto alloggi e stalle per il bestiame, chi ha portato o inviato vivere e generi di prima necessità. Con il passare del tempo, le iniziative si sono fatte più complesse e organizzate, dalla nascita di siti web di supporto alle aziende danneggiate, alle raccolte fondi per la ricostruzione.
Gianluigi Tamburri, ascolano trapiantato in Veneto, appartiene al gruppo di chi ha messo a disposizione la propria competenza e la propria esperienza in campo edile offrendosi di riprogettare la chiesa polifunzionale di Roccafluvione, un punto di ritrovo e di aggregazione necessario per la comunità. “Lavoro tra Modena, Padova e Venezia ma torno spesso ad Ascoli Piceno, la mia città. Ho intrapreso molte iniziative in quella zona e nei paesi limitrofi, tra Arquata e Forca Canapine. Quello che è accaduto alla Regione non poteva lasciarmi indifferente in nessun modo”. Tamburri, amministratore di Bioedilizia Italiana, ha risposto alla chiamata della comunità di Roccafluvione ed ha raccolto intorno a sé altri colleghi e professionisti del settore con i quali iniziare la costruzione del centro polifunzionale. La struttura, pensata per essere realizzata in Classe Energetica A, combinerà legno e cemento in modo da garantire il miglior compromesso tra resistenza ed ecosostenibilità: “Ci siamo dedicati allo studio dei materiali bio come il legno dando così l’impulso alla creazione di una struttura smart con una filiera corta capace di prendere le giuste decisioni in tempi rapidi – spiega Tamburri – con risultati nel rispetto delle regole di una costruzione eticamente corretta e biologica”.
Purtroppo, però, anche le iniziative più meritevoli devono scontrarsi con le lungaggini burocratiche e i problemi che sorgono nel caso di progetti che non hanno nel lucro il loro fine ultimo. La difficoltà maggiore, nel caso della chiesa di Roccafluvione, è il reperimento di materiali: i mattoni sono arrivati e il cartongesso è in trattativa ma mancano ferro, cemento e calcestruzzo, indispensabili prima di poter iniziare a dare il via ai lavori. “Una volta che si comincia a scavare si deve arrivare fino al tetto, nei tempi più rapidi possibili e assicurandosi di fare il miglior lavoro possibile. I miei dipendenti sono disposti a fare gli straordinari, possiamo adempiere ad una parte delle spese ed entrare in trattativa diretta con alcuni fornitori, ma serve un maggiore coinvolgimento. L’iter è stato lungo, la zona presenta delle criticità che hanno richiesto molto lavoro: è arrivato il momento di chiudere il cerchio”.
Un cerchio che invece si è chiuso poco distante da Roccafluvione, ad Arquata del Tronto, dove domenica 1 ottobre gli alunni della nuova scuola Specchio dei Tempi potranno incontrare ed imparare da 7 scienziati del Centro Ricerche dell’Enea di Frascati. “Nel corso della giornata, i ragazzi faranno un’esperienza diretta, entrando in contatto diretto con dei professionisti che porteranno tutto il loro sapere e la competenza acquisita in anni di studio direttamente sui banchi di quella che è una delle scuole più all’avanguardia d’Europa”, spiega Roberto Tamburri, che si occupa dell’iniziativa. Sì, perché l’istituto scolastico, donato dalla fondazione Agnelli e da La Stampa torinese, è tecnologicamente avanzatissimo, eco-compatibile e autosufficiente dal punto di vista energetico, oltre che antisismico al cento per cento. La realizzazione dell’evento ha visto impegnata in prima linea Pina Traini, presidente dell’associazione “Il Portico di Padre Brown”, che da anni si occupa di organizzare incontri che sono occasioni di confronto e testimonianza di Fede e Bellezza.
La speranza è che questo sia l’inizio di una seria e costante progettualità che riporti alla vita i centri delle Marche colpiti dal terremoto, operando attraverso attività concrete e tangibili – come il centro polifunzionale di Roccafluvione – ma anche momenti di aggregazione che facciano sentire gli abitanti di nuovo al sicuro nella propria terra.
Daria Luzi