Megadiscariche: la battaglia continua

Si parla ancora di megadiscariche, infatti, è degli ultimi giorni la dichiarazione di vari esponenti del PD ascolano che puntano il dito su alcuni comitati locali definendoli come i fautori di nuove discariche in provincia.

I comitati Tutela Colline Picene, Tutela del Bretta, Ci RifiutiAmo e il Movimento a difesa del cittadino si sono sentiti chiamati in causa perché, in occasione della sentenza del TAR favorevole al ricorso dei comitati e dei cittadini contro la quarta vasca della discarica GETA e la Provincia di Ascoli, hanno emesso un comunicato nel quale si affermava: “si faccia ciò che finora è stato consapevolmente evitato: individuare nuovi siti della Provincia idonei ad ospitare una discarica“.

Questa esortazione, che gli esponenti del PD ascolano hanno travisato, era motivata dalla rigidità mostrata dalla Provincia nella redazione del nuovo Piano d’Ambito.

A testimonianza di ciò la Provincia, pur avendo preparato il documento tecnico previsto dalla normativa regionale che le permette di individuare altri siti idonei, si ostina a considerare solo i luoghi già utilizzati (Alto Bretta e Relluce), condannandoli a diventare megadiscariche.

E’ opportuno sottolineare che non sono i Comitati a volere le discariche nella provincia di Ascoli Piceno ma è il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.

Questo stabilisce che la discarica deve essere individuata proprio in ambito provinciale e sulla base di specifici requisiti, tra i quali il cosiddetto fattore di pressione. In altre parole, questo significa che luoghi come Alto Bretta e Relluce, che hanno già accolto una considerevole quantità di rifiuti nel corso degli anni, non devono e non possono subire ulteriori stress ambientali.

 

A tutto questo si può aggiungere semplicemente il buon senso, accompagnato dal famoso principio “chi inquina paga“, che vorrebbe piccole discariche distribuite sul territorio. Questo perchè inquinano meno, si bonificano con piccoli investimenti e, soprattutto, fanno leva sulla responsabilità del cittadino che è portato a ridurre i rifiuti e migliorarne la qualità, sapendo che saranno trattati vicino casa sua.

Gli argomenti da affrontare e approfondire, quando si parla di megadiscariche, sono tanti: dalla Strategia Rifiuti Zero, che gli stessi comitati hanno portato e diffuso in provincia e su cui ora il PD sembra voler mettere il cappello quando usa l’anglicismo “Waste-Free”, all’associazione Parco dei Calanchi e del Monte dell’Ascensione che, con rinnovato vigore grazie al supporto dei comitati, sta cercando di valorizzare un territorio che l’amministrazione provinciale, a guida PD, vuole ridurre ad un’unica megadiscarica.

Altro tema importante è l’altro ricorso al TAR (per saperne di più clicca quiche i Comitati e il Movimento, da soli, stanno portando avanti contro il sormonto della prima vasca della discarica GETA, tenendo a mente che la Provincia continua a considerare una discarica privata per rifiuti speciali come luogo idoneo all’abbancamento di RSU.

I Comitati vogliono semplicemente dire la loro sul tanto agognato ATO Marche Sud: “Dalle dichiarazioni dei politici abbiamo appreso soltanto della volontà di riunire Macerata, Fermo e Ascoli in un unico ATO ma delle motivazioni, a parte “ragionare in ottica di maggiore ampiezza, lungimiranza, ecc., non sappiamo nulla”.

Il Testo Unico ambientale stabilisce che i nuovi ATO si discostino dai precedenti solo sulla base di motivate esigenze di efficacia, efficienza ed economicità

Sottolineano ancora i Comitati: “Da quel poco, e niente, che sappiamo non possiamo immaginare altro che un tentativo di allontanare dal cittadino, o meglio dai comitati, piuttosto che organizzazioni spesso territorialmente limitate, il controllo sulla gestione dei rifiuti”.