Da ottobre 2016 Andrea Servili, originario di Comunanza (AP), ha ripreso in mano la vecchia impresa di famiglia, “Azienda Agricola Villa Conti”, ferma da generazioni, per trasformarla in un centro di produzione e trasformazione di mele rosa, tartufo, zafferano e miele, tipicità caratteristiche ai 500 metri d’altezza in cui si trova Amandola (FM). La sua “stirpe” è presente sul territorio da almeno 300 anni, come testimoniano dei documenti da lui ritrovati. Servili lavorava all’interno dell’Università Politecnica delle Marche nel dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali con un dottorato sulle materie a riguardo ed una laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie e del Territorio. Tramite questa, nello stesso anno di fondazione della sua impresa, è andato per qualche mese come ricercatore in Nuova Zelanda ad Hamilton e Isola del Sud per studiare le patologie vegetali nelle piante, nello specifico per risolvere il problema della muffa grigia dei ciliegi.
Avendo iniziato due settimane prima del terremoto del 31 ottobre, non è stato immune dai suoi effetti. Il borgo Villa Conti in cui si trova l’azienda all’interno del Parco dei Sibillini è stato distrutto dal terremoto, e anche l’imprenditore agricolo ha subìto dei danni nella sua attività. “Una rimessa per gli attrezzi è crollata e abbiamo dovuto allestire una struttura d’emergenza che prima era una vecchia stalla”, racconta. È stato obbligato pure a riconvertire una casa costruita dal padre in un edificio lavorativo, nel quale ha inserito a novembre 2017 tutti macchinari tecnologici di ultima generazione.
L’azienda è biologica e si estende per 28 ettari, di cui 14 di autentico bosco di montagna con frassini, roverelle, ciliegi, ontani montani, carpini. Andrea non si è avventurato all’arrembaggio sul suo terreno, essendo un esperto dell’argomento, ma ha iniziato a provare le sue coltivazioni già circa otto anni fa. Ha cominciato col tartufo, del quale è fortemente appassionato. Possiede due impianti di piante micorizzate per produrre tartufo nero pregiato e questo è commercializzato fresco o trasformato in salse e condimenti.
In seconda battuta ha piantato il Crocus Sativus, da cui tramite l’essiccazione dei pistilli si ottiene lo zafferano. Il ciclo di coltivazione comincia prima dell’inverno concimando con letame di mucca e cavallo lasciato asciugare sul terreno in sodo per un po’ di tempo, successivamente si procede all’aratura del terreno che deve essere con il giusto grado di umidità. La natura tramite neve e gelo nel periodo invernale provoca la disgregazione delle zolle di terra; a primavera viene effettuata la fresatura, lavorazione che serve ad affinare ulteriormente il terreno. Nel periodo estivo, alla fine del mese di luglio, si procede all’estrazione dei bulbi, la pulizia dalla tunica (protezione esterna del bulbo), e nella prima settimana di agosto si procede alla messa a dimora dei bulbi sani selezionati, disponendoli in doppia fila su delle strutture del terreno chiamate baulature (per non creare ristagni idrici). A metà ottobre c’è la fioritura dei crocus, che devono essere raccolti ogni giorno al mattino prima del sorgere del sole, dato che il fiore deve rimanere chiuso per preservare le caratteristiche di aroma e colore del pistillo. Poi avviene l’apertura del calice fiorale, l’estrazione degli stigmi e la loro essiccazione. Il periodo della raccolta è molto faticoso, dal sorgere del sole fino alle 23 circa di ogni giorno. Ogni anno il terreno di coltivazione viene cambiato secondo per cercare di avere bulbi sani e che abbiano a disposizione più sostanze nutritive. Tutti i processi vengono compiuti a mano.

Andrea Servili, foto: Peter Nordin
Il miele è prodotto da alberi di Acacia o Castagno o dalle fioriture dei prati pascolo (Millefiori). 140 arnie dislocate in diversi tratti. Una delle particolarità dell’azienda è la combinazione miele di acacia e zafferano. La mela rosa viene venduta fresca o trasformata in confettura con lo zafferano. Ha un punto vendita sul posto e uno shop online, nel quale vende oltre allo zafferano, prodotti confezionati come marmellata al peperoncino e cioccolato bianco allo zafferano. La sua clientela è costituita da negozi, gruppi di acquisto solidale, turisti e clienti normali.
Mandare avanti un’impresa agricola in questo periodo storico è faticoso e ci vuole una notevole forza di volontà nel tornare nella propria terra. “La Nuova Zelanda è molto bella e quasi volevo restare ma poi ho deciso di invertire la rotta e compiere questa scelta di vita perché ho sempre voluto aprire una mia attività che fosse in mezzo alla natura”. Andrea è in pratica da solo a condurre l’azienda, con persone a contratto stagionale, e i genitori che lo aiutano ogni tanto. La sua è una giovane start up che spera di allargare il giro della clientela per aumentare il numero di persone nella produzione quotidiana.
Donatella Rosetti