Ogni sette anni, attraverso il PSR – Programma di Sviluppo Rurale – le zone rurali possono richiedere ­fondi stanziati dalla Comunità Europea per rimodernare le infrastrutture, renderle più vive e competitive e migliorare la sostenibilità ambientale. Attraverso le quattro assi in cui si articola il programma, Competitività, Ambiente, Qualità della vita e diversificazione e Approccio Leader, pensato per favorire la programmazione locale degli interventi, il PSR sostiene economicamente le aree meno urbanizzate tutelando il territorio e salvaguardando il paesaggio rurale, prezioso per la biodiversità e fondamentale in termine di occupazione delle aree interne.

Gli eventi sismici che hanno colpito il centro Italia nel 2016 e nel 2017, tuttavia, hanno costretto ad una modifica del piano. Un’ampia porzione del centro Italia – Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria – è stata gravemente danneggiata; per quanto riguarda le Marche, il “cratere sismico” si estende per circa il 42,3% del territorio coinvolgendo 87 comuni e 350.000 residenti. “Quest’area ha una grande vocazione agricola – spiega Tommaso Ciriaci, agronomo – ospitando 15.000 aziende, tra agricole e zootecniche, che da sole rappresentato oltre il 30% di quelle regionali. Il rischio è che le zone colpite possono essere oggetto di abbandono, poiché le attività già insediate hanno difficoltà ad andare avanti e il sorgere di nuove imprese è decisamente più difficoltoso che altrove”.

Per questo, la decisione delle altre Regioni e dello Stato di istituire una sorta di “fondo solidale”, creato destinando parte dei propri fondi a quelli spettanti a Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria, è stata accolta con sollievo e gratitudine. “La particolarità e l’importanza del piano PSR – continua Andrea Silvetti, presidente dell’associazione Nextolife – è la velocità nello stanziamento di fondi, che inoltre permettono di realizzare interventi che non interferiscono con quelli di tipo strutturale per la ricostruzione, portati avanti tramite il ricorso ai fondi statali”. Grazie a queste misure, le aziende agricole potranno migliorare le strutture preesistenti investendo anche in piani di riqualificazione energetica e fotovoltaica. “Le aree maggiormente interessate saranno quelle relative al trasferimento di conoscenze tramite azioni di informazione, al ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato, al benessere degli animali e allo sviluppo dell’agricoltura biologica” – spiega Maurizio Canali, Perito Agrario – senza dimenticare le azioni a sostegno dello sviluppo locale, della cooperazione e una serie di investimenti destinati all’immobilizzazione dei materiali”.

I primi bandi sono previsti per il mese di gennaio 2018 ma le modalità di determinazione della graduatoria devono ancora essere definite; una soluzione potrebbe essere quella di differenziare le piattaforme per la richiesta di fondi, distinguendo tra richieste provenienti da aziende agricole di regioni colpite dal terremoto e tutte le altre, oppure attribuendo a quelle interessate un punteggio maggiore. Con l’approvazione della rimodulazione del Programma per il periodo 2014-2020, alle Marche verranno stanziati 159,25 milioni di euro che si aggiungeranno ai 537,96 della dotazione iniziale.

L’elenco delle misure che saranno maggiormente interessate da tali interventi incentivanti saranno:

Misura 1 – trasferimento di conoscenze e azioni di informazioni;

Misura 3 – regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari;

Misura 4 – investimenti in immobilizzazioni materiali;

Misura 5 – ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e da eventi catastrofici e introduzione di adeguate misure di prevenzione;

Misura 6 – sviluppo delle aziende agricole;

Misura 11 – agricoltura biologica;

Misura 13 – indennità per le zone soggette a vincoli naturali e specifici;

Misura 14 – benessere degli animali;

Misura 16 – cooperazione;

Misura 18 – sostegno allo sviluppo locale Leader.