Francesco Liverotti (Ascoli) e Andrea Cinciripini (Folignano, AP) del corso di laurea magistrale in Architettura della Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino (sede di Ascoli) sono stati gli unici italiani vincitori nella categoria “Studenti” dell’edizione 2018 del prestigioso concorso internazionale “Architecture at Zero“. “Abbiamo trovato il concorso in rete perché eravamo intenzionati a realizzare una tesi su queste tematiche”, spiega Liverotti. Lo scopo del concorso era cercare soluzioni architettoniche che rispondano agli obiettivi energetici stabiliti dalla California Public Utility Commission (Cpuc), cioè portare tutte le nuove costruzioni residenziali ad energia zero entro il 2020 e quelle commerciali entro il 2030. Il tema del 2017-2018 era la realizzazione di un nuovo centro espositivo e didattico ad uso del Romberg Tiburon Center, distaccamento della San Francisco State University, sulle coste dell’omonima baia, al centro di una riserva naturale marittima. I due studenti hanno presentato il concept denominato “Renovatio“, un centro progettato interamente ad impatto zero a livello energetico e paesaggistico.

vista aerea satellitare del Romberg Tiburon Center

“La zona del progetto è particolare perché è all’interno di un’area verde protetta della baia di San Francisco ed era interessante dal punto di vista ambientale come impatto sul paesaggio”. Il Romberg Tiburon Center è un distaccamento dell’università della città che si occupa di studi ambientali, in particolare oceanici sul riscaldamento globale, tra l’isola di Alcatraz e il Golden Gate Bridge. Il progetto riguarda la creazione di un “Bay Center“, è un piccolo museo didattico di cui studenti e civili possono usufruire per comprendere il funzionamento della baia sul piano naturalistico di fauna e flora. “In particolare la committenza ci chiedeva di creare una stanza dove si poteva esporre tutte le ricerche fatte all’interno dell’università”, specifica Cinciripini, “In aggiunta alle stanze espositive, doveva essere composto da mensa, servizi, aula polifunzionale”. Il concorso permetteva di lavorare da casa senza andare a verificare sul posto dimensioni e misure grazie al materiale completo messo a disposizione con mappe e sopralluoghi via video.

Render


L’edificio è semi-ipogeo con un tetto giardino, e quindi si percepisce appena all’esterno perché è mimetizzato nell’ambiente circostante. Il fotovoltaico è integrato nel vetro della struttura, che è orizzontale e non si nota dall’esterno, dato che è incastonato nella collina ed è trasparente. “Quest’ultima è una tecnologia sperimentale che si usa soprattutto sulla West Coast”, illustra Cinciripini. Produce meno del normale fotovoltaico ed è invisibile. Un’invenzione all’avanguardia, difficile da trovare in Italia anche nelle fiere di settore.
Inoltre, è dotato di un sistema di recupero delle acque piovane. L’acqua filtra nelle coperture del tetto giardino, è immagazzinata all’interno dei serbatoi, poi viene filtrata, pulita ed utilizzata per bagni ed irrigazione del verde all’interno dell’atrio. All’esterno c’è anche un laghetto artificiale raccogli acque del bacino della vallata circostante.

Davanti all’edificio hanno creato una pista ciclopedonale fotovoltaica, col pavimento che produce energia, e carrabile, che gli conferisce una certa resistenza.
L’obiettivo, oltre all’impatto zero dell’energia elettrica, era che la struttura producesse anche qualcosa in più. Ad esempio, l’atrio centrale che si vede sul render (foto copertina e 2, ndr) è dotato di serre solari che accumulano energia durante il giorno e questo calore è inviato negli ambienti del centro di ricerca e del museo.
I ragazzi hanno intenzione di continuare a sviluppare la loro idea per la tesi che dovrebbero discutere a luglio 2018. “Abbiamo pensato ad un ampliamento della facoltà, ripensando al futuro dell’area”.

Donatella Rosetti

vista esterna del centro