LaViola è un’azienda agricola presente nel Fermano (Torre San Patrizio) dagli anni Ottanta ed è stata una delle prime aziende nella sua zona a convertirsi al biologico nel 2006. Hanno cambiato totalmente le loro tecniche agronomiche, ad esempio non fanno più l’aratura, non comprano mai semi nuovi dai consorzi perché li auto-producono togliendo una parte del raccolto, non praticano fertilizzazioni, che sono lecite anche nel biologico. “Entriamo nel campo per la semina e ci rientriamo per la trebbiatura”, spiega Andrea Croceri, che si occupa della parte commerciale de LaViola. Lo scopo è fare un’agricoltura a basso impatto ambientale ed economico. “A livello qualitativo siamo oltre il biologico, ci indirizziamo meglio verso il biodinamico”.

Il prodotto che contraddistingue questa azienda è il miele. Hanno avviato un progetto sperimentale di rinaturalizzazione dell’arnia (ricovero artificiale dell’ape domestica) ricorrendo alla vecchia arnia marchigiana, non costituita dai classici telaini, rettangoli di legno con un foglio di cera in mezzo, un artificio introdotto dall’uomo. “L’ape è in grado di secernere da sola la cera grazie ad una ghiandola”. L’arnia ha delle dimensioni grandi rispetto a quella standard americana, che è più piccola. Si tratta nel complesso di una colonna alta un metro e mezzo fatta da quadrati in legno (arnie) sulla quale cima vengono messi dei listelli in legno sui quali gli insetti costruiscono le loro celle esagonali (cera). Non c’è nessuna forzatura e il “favo” è assemblato in modo istintivo. “L’apicoltura intensiva non ci interessa, la vita dell’ape deve tornare ad essere migliore”.

Il miele confezionato dipende dalla stagione: in primavera è di acacia, in estate millefiori. Sono definiti “mieli grezzi“, dato che a differenza di quelli “industriali”, non sono pastorizzati per ottenere una durata più lunga nel tempo e per avere una consistenza liquida. “Quelli delle marche presenti al supermercato, oltre alle caratteristiche illustrate, sono pure mescolati con altri tipi provenienti da Ungheria, Polonia, Romania, Argentina e così via”.  Una storia che purtroppo si ripete su diverse categorie di prodotti brandizzati come olio e pasta.

 

L’azienda è specializzata nella produzione di legumi (cece, cicerchia, roveja, lenticchia), cereali (farro dicoccum perlato, orzo perlato), farine (ceci, integrale di segale o di farro dicoccum, granoturco, grani antichi, jervicella). Il prodotto di nicchia, non commercializzato e in vendita sul posto, è una bevanda composta da aloe arborescens, basata sulla ricetta del prete brasiliano padre Romano Zago, a sua volta ispirata a quella delle curandere: foglie di aloe tritate, miele e alcool. “Abbiamo però effettuato delle modifiche eliminando la grappa e inserendo al suo posto l’idromele, un composto alcolico proveniente dalla fermentazione di acqua e miele”. La miscela è stata creata dal religioso per combattere il cancro e altre patologie.

LaViola ha una presenza fissa a Tipicità, il festival dei prodotti tipici marchigiani di Fermo, che ricorre ogni anno a marzo.

Donatella Rosetti