L’ultima notizia, arrivata pochi giorni fa, è che potremmo sconfiggere la gravità grazie a degli adesivi ispirati alle zampe del geco. Un team dell’Università di tecnologia e design di Singapore ha realizzato assieme al Mit adesivi “secchi” che hanno permesso ad un piccolo robot di camminare su un piano inclinato di 30 gradi senza nessuna sostanza adesiva. Ciò è stato intuito osservando che il geco si affida alle forze elettromagnetiche per arrampicarsi, invece delle secrezioni corporali. Le sue zampe hanno milioni di setole microscopiche che strisciano lungo una parete e creano forza elettrostatica per consentire all’animale di sfidare la gravità. Gli adesivi ricalcano questa struttura a setole e le loro applicazioni sono potenzialmente infinite. Questa è la biomimetica, una scienza che analizza i processi biologici naturali per cercare soluzioni sostenibili ai problemi tecnologici.
A San Benedetto del Tronto esiste un’associazione che si occupa di questa disciplina innovativa, “Impariamo dalla Natura“, si è formata nel 2015 ed è operativa dal 2016. Organizza corsi e laboratori con scuole e centri estivi per promuoverne la conoscenza ed insegnare il rispetto nei confronti della meraviglia del mondo naturale. Realizzano anche convegni sulla materia rivolti non solo agli alunni degli istituti scolastici, ma anche agli adulti. La biomimetica abbraccia la biologia, il design e l’architettura ed è stata resa popolare negli ultimi vent’anni da Janine Beynus con il suo libro “Biomimicry: Innovation Inspired by Nature” (1997). Il termine è stato coniato dal biofisico e polimatematico Otto Schmitt nel 1969.

lavori ragazzi
L’applicazione della chiusura a strappo è stata ideata proprio grazie all’osservazione diretta dell’infiorescenza della pianta bardana. Dall’analisi di come terminano le spine di queste capsule gli ingegneri hanno preso l’ispirazione per costruire e fabbricare il velcro nel 1950. “Nella ricerca scientifica questa dinamica è sempre più all’ordine del giorno”, commenta uno dei membri dell’associazione Alessio Giuliani, guida ed educatore ambientale, laureato in biologia, “Hanno capito che il modo più veloce per inventare è indagare ciò che succede nell’universo naturale nel nome dell’eco-compatibilità che oggi è indispensabile. La natura è piena di soluzioni”.
Di recente hanno avviato un progetto con il sostegno della Fondazione Carisap di Ascoli intitolato “Piccoli scienziati…cercasi” rivolto ai bambini delle classi terza elementare e prima media dell’ISC Sud, Centro e Nord di San Benedetto e in attività di alternanza scuola-lavoro il terzo del Liceo Scientifico Rosetti. L’obiettivo è avvicinare gli studenti alle materie scientifiche tramite un metodo d’insegnamento innovativo, chiamato “didattica del fare”, che concentra l’apprendimento sulla parte sperimentale e pratica. Si lavora in gruppo e i ragazzi osservano l’ambiente non come dominatori ma come osservatori attraverso stage sul campo ed escursioni in riserve naturali come la Sentina.”Eseguiamo dei laboratori di quattro ore in classe dove mostriamo oggetti biomimetici. Poi la dividiamo in gruppi e proponiamo un concorso finale di lavori a tema”. Dopo una presentazione in Power Point dell’argomento con la lavagna lim, si passa alla pratica con gli oggetti da toccare ed osservare tramite lo stereomicroscopio, un microscopio che fornisce una visuale 3D. “Porto il velcro, il seme dell’acero, una coda di squalo donata dall’imbalsamatore del Museo Ittico per far sentire le sue proprietà della pelle”, fa esempi Giuliani, “Spiego la capacità del geco di arrampicarsi e in più mostro passo passo da cosa in natura sono state ispirate certe innovazioni tecnologiche”.
I ragazzi realizzano, con l’aiuto dell’associazione e dei loro genitori, invenzioni pazzesche. Un gruppo ha costruito il modellino di una struttura che serve per raccogliere l’acqua per condensare l’umidità dell’aria nelle regioni africane più aride, brevettata da degli scienziati italiani. Questo tipo di meccanismo riesce a recuperare 90 litri d’acqua al giorno. Gli studiosi l’hanno concepita guardando il coleottero del deserto della Namibia. Ha una corazza impermeabile che gli consente di condensare su di essa l’umidità dell’aria senza il minimo sforzo: si mette in discesa su una duna e le gocce condensate gli scendono in bocca. “A maggio di ogni anno gli studenti presentano i loro lavori di gruppo in un’esposizione al parco Wojitila, di fronte al Liceo Classico”.
Gli incontri si svolgono fino al termine di aprile, una commissione giudica i lavori migliori che vincono un premio. Quest’anno probabilmente sarà una passeggiata naturalistica sul colle San Marco.
Impariamo dalla Natura ha pubblicato un libro di divulgazione scientifica per bambini dagli otto anni in su dal titolo “Marty e la lezione della natura”. Un martin pescatore guida un bimbo verso dei viaggi nel mondo naturale, nel quale conosce animali e piante che lo possono aiutare nelle scoperte scientifiche.
Donatella Rosetti